Gli INTERIOR di Salvatore Cocca ci accolgono in stanze disadorne, dagli equilibri geometrici impeccabili, di cui subito seduce la luce.
Filtrata da ampie finestre, che creano un quadro nel quadro, la luce modella gli spazi interni, così come l'approccio al mondo reale plasma la nostra interiorità.
Il gioco di rimandi tra citazioni pittoriche, di cui Cocca recupera i messaggi allegorici, ci ricorda l'eco dei pensieri custoditi dalle stanze.
Ce n'è sempre una che preferiamo nelle nostre case per come si affaccia all'esterno, proteggendo o svelando l'intima quotidianità.
In questo le finestre svolgono un ruolo importante.
Dirigono il nostro sguardo verso l'esterno, ritagliano lo spazio che ci circonda, quasi a ricordarci che la prospettiva è unica solo in apparenza.
Perché siamo noi a scegliere cosa merita di essere visto.
Sono il limite che dà slancio all'immaginazione, lasciandoci liberi di inventare quanto rimane nascosto.
Sono la siepe di memoria leopardiana, trampolino verso l'infinito, a cui si protendono, con un accenno di nostalgia, gli sprazzi di vegetazione, gli scorci azzurri di cielo e mare, le sontuose vedute lacustri.